Dolore cronico
Il dolore cronico correlato a un danno tissutale continuativo è verosimilmente causata da un’attivazione persistente di fibre nervose. Tuttavia la gravità del danno permette di prevedere sempre la gravità del dolore cronico o acuto. Le cause comprendono malattie croniche (neoplasie, artrite, diabete), lesioni (ernia del disco rottura di legamenti), e molti disturbi con dolore primario (dolore neuropatico, fibromialgia, cefalea cronica), malattie protratte, irrisolte (p. es., neoplasie, artrite reumatoide, ernia del disco) e che producono stimoli nocicettivi continui possono spiegare completamente il dolore cronico.
In alternativa, una lesione, anche se di lieve entità, può portare a cambiamenti persistenti (sensibilizzazione) nel sistema nervoso, dai recettori periferici alla corteccia cerebrale, che possono produrre dolore persistente in assenza del persistere di stimoli nocicettivi.
Con la sensibilizzazione, il malessere dovuto a una patologia in risoluzione e che verrebbe altrimenti considerato come lieve o come appena fastidioso viene invece percepito come un dolore significativo.
Il dolore cronico può indurre o aggravare problemi psicologici (p. es., depressione, ansia). Distinguere la causa psicologica dall’effetto è spesso difficile.
Il dolore cronico spesso comporta l’insorgenza di segni vegetativi che si sviluppano gradualmente (p. es., debolezza, disturbi del sonno, diminuzione dell’appetito, perdita di gusto per il cibo, perdita di peso, riduzione della libido, stipsi). Un dolore costante può condurre a depressione e ansia e interferire con quasi tutte le normali attività. I malati possono diventare inattivi, ritirarsi dal punto di vista sociale, e divenire preoccupati per il proprio stato di salute. I disturbi psicologici e sociali possono essere gravi, causando praticamente la completa perdita delle funzioni.
Alcuni pazienti, specialmente quelli senza una chiara causa identificabile, hanno un’anamnesi positiva per terapie mediche e chirurgiche inefficaci, procedure diagnostiche multiple (e ripetute), utilizzo di molti farmaci (a volte con storia di abuso o dipendenza), e uso inappropriato di cure mediche.