Colina
Detta anche Vitamina J, è presente in alimenti come il fegato, la carne, il pesce, la frutta secca, i fagioli, i piselli, gli spinaci, il germe di grano e le uova.
Viene sintetizzata dal fegato e interviene come coenzima in numerose reazioni metaboliche.
La colina e i suoi derivati sono coinvolti in 2 importanti vie metaboliche:
- integrità strutturale della membrana cellulare;
- trasmissione dei segnali nervosi dopo trasformazione in acetilcolina(trasmissione colinergica);
A livello cerebrale il sistema colinergico è coinvolto in processi fisiologici critici, come attenzione, apprendimento, memoria, risposta allo stress, ritmo sonno-veglia e informazioni sensoriali.
Modificazioni della funzione colinergica sono implicate nella patogenesi delle alterazioni cerebrali che si verificano in molte forme di demenza, compreso il morbo di Alzheimer (AD).
La colina è anche necessaria per trasportare i grassi all’interno e al di fuori delle cellule ed è un precursore dell’acetilcolina. Una maggiore biodisponibilità di colina e di conseguenza un aumento della sintesi di acetilcolina a livello neuronale, può aumentare la performance atletica umana, mantenendo il tempo di reazione dopo esercizio fisico esaustivo e migliorando la forza muscolare di picco durante esercizio isometrico.
La colina, ritenuta uno dei nutrienti basilari necessari per una funzione cognitiva ottimale, viene utilizzata per stimolare le funzioni del cervello nei pazienti anziani.
Viene anche utilizzata per trattare i sintomi e i segni di malattie degenerative del cervello dell’anziano, causate anche da un’insufficiente circolazione del sangue nel cervello, oppure per curare i disturbi di conoscenza e disorientamento che si manifestano con:
- mancanza di memoria
- confusione e perdita dell’orientamento
- calo di motivazione ed iniziativa
- riduzione dell’attenzione.
È inoltre indicata per trattare nell’anziano i problemi di comportamento delle relazioni affettive come emotività, irritabilità, indifferenza all’ambiente che lo circonda, passività.
La colina è anche nota per la sua benefica influenza sulla salute del fegato proteggendolo in caso di utilizzo di farmaci epatotossici.
Vengono attribuite alla colina anche funzioni cardioprotettive, vasoprotettive ed antinfiammatorie.
L’adeguata assunzione di Colina sembrerebbe infatti determinare una sensibile riduzione delle concentrazioni di marcatori infiammatori coinvolti nella genesi del processo flogistico.
Precauzioni d’uso
L’uso di integratori di Colina dovrebbe avvenire sotto stretto controllo medico nei pazienti affetti da Trimetilaminuria e da pazienti affetti da patologie epatiche, sia croniche che acute e virali.
Effetti collaterali
La colina è considerata una molecola sicura almeno fino a che viene assunta in quantità non superiori alla dose massima giornaliera consigliata (1 g tra gli 1 e 8 anni di età, 2 g tra 9 e 13, 3 g fra 14 e 18 e 3,5 g a partire dai 18 anni). A dosaggi giornalieri superiori, la Colina potrebbe aumentare l’incidenza di ipotensione, disturbi neurologici ed alterazioni della funzionalità epatica e renale, oltre a determinare la comparsa di un spiacevole odore di pesce, legato all’escrezione di cataboliti.
Durante il trattamento con integratori a base di colina si potrebbero manifestare i seguenti effetti indesiderati, quali nausea, diarrea ed incontinenza.
L’uso della Colina è controindicato nei pazienti ipersensibili al principio attivo.